Onorevoli Colleghi! - Il medico statunitense Hunter «Patch» Adams è generalmente riconosciuto come l'ideatore di una terapia olistica molto particolare: quella del sorriso, anche nota come clownterapia o comicoterapia. Secondo Adams, il vero scopo del medico non è curare le malattie, ma prendersi cura del malato. Tale concezione stravolge alcuni dei concetti cardine della medicina occidentale moderna. La comicoterapia parte proprio da questo principio: la risata ha un effetto positivo sul sistema immunitario perché, oltre a ridurre il livello di ansia, innesca nell'organismo una serie di processi chimici scientificamente dimostrati. Fra questi, sono da ricordare una maggiore secrezione di analgesici naturali quali le betaendorfine e le catecolamine, l'aumento di ossigenazione nel sangue e la riduzione dell'aria residua nei polmoni. Anche la medicina ufficiale, negli anni '80, ha riscoperto gli effetti delle emozioni sul sistema immunitario, studiati dalla nuova branca della psiconeuroendocrinoimmunologia (PNEI). I primi risultati sembrano dare ragione alla validità della comicoterapia: alcune ricerche condotte dal New York Presbiterian Hospital hanno rilevato una diminuzione della degenza ospedaliera del 50 per cento e una riduzione dell'uso di anestetici attorno al 20 per cento. In Italia, i fratelli Yuri e Vlad Olshansky hanno introdotto all'ospedale Meyer di Firenze, per la prima volta in Italia, il modello terapeutico del Clown Care Unit, fondando l'Associazione «Soccorso Clown». Attualmente già in undici ospedali, oltre alle cure tradizionali, medici e infermieri ricorrono alla terapia del sorriso per alleviare le sofferenze dei bambini, considerando il recupero fisico e psichico del paziente strettamente dipendente dalla condizione psicologica e umorale. Scopo della presente proposta di legge è quello

 

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di istituire tale nuova figura professionale, operante in stretto rapporto quotidiano di collaborazione con il personale sanitario, con il quale si cercherà di restituire alla degenza valori umani quali l'interazione con gli altri e la solidarietà.
      Si ritiene altresì che l'introduzione di questa nuova figura, debitamente formata professionalmente, costituirà anche una occasione per nuove opportunità di lavoro, convertendo in operatori professionisti tutti coloro che si erano avvicinati all'attività di umanizzazione degli ospedali proponendosi come volontari, mancando però di una preparazione specifica e di concrete possibilità di impiego.
 

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